Spiegazione delle pratiche spirituali uniche per la liberazione nell'induismo e nel buddismo
Sia l’Induismo che il Buddismo perseguono la liberazione spirituale, ma ogni religione ha pratiche e filosofie uniche che contraddistinguono il loro percorso verso la libertà definitiva.
Induismo: la ricerca di Moksha
Nell'Induismo si chiama liberazione spirituale moksha, la liberazione dal ciclo continuo di nascita, morte e rinascita (samsara) e l'unione con la coscienza divina, Brahman. Moksha si raggiunge attraverso vari percorsi adatti alle diverse inclinazioni spirituali:
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Bhakti Yoga (Via della Devozione): Devozione e abbandono a un dio personale, spesso attraverso la preghiera, il canto e i rituali, soprattutto verso divinità come Shiva, Vishnu o Devi.
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Jnana Yoga (Sentiero della Conoscenza): Ricerca della saggezza e autoindagine per realizzare il vero sé (Atman) come uno con Brahman, dissolvendo l'illusione della separazione.
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Karma Yoga (Percorso d'Azione): Servizio altruistico e doveroso, senza attaccamento ai risultati, che purifica la mente e riduce i legami karmici.
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Raja Yoga (Percorso della Meditazione): Controllo della mente e dei sensi attraverso la meditazione e la disciplina etica per raggiungere la padronanza di sé e la quiete interiore.
Caratteristica peculiare dell’Induismo è l’enfasi sulla molteplicità dei percorsi spirituali e sull’accettazione della natura eterna dell’anima. La liberazione implica la trascendenza dei desideri, dell'ego e dell'ignoranza (maya), culminando nell'unione beata o unità con l'Essere Supremo.
Buddismo: il percorso verso il Nirvana
Il Buddismo cerca nirvana, la cessazione della sofferenza e la fuga dal ciclo delle rinascite attraverso lo sradicamento del desiderio, dell'ignoranza e dell'attaccamento. Le sue pratiche fondamentali si concentrano sulla vita etica, sulla disciplina mentale e sulla saggezza:
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Il Nobile Ottuplice Sentiero: Retta visione, intenzione, parola, azione, mezzi di sostentamento, sforzo, consapevolezza e concentrazione forniscono una guida completa per trasformare il comportamento e la mente.
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Meditazione (Samatha e Vipassana): Coltivazione della calma e della visione profonda della natura dell'esistenza, dell'impermanenza e del non sé (anatta) per smantellare gli attaccamenti.
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Consapevolezza (Sati): Consapevolezza continua del corpo, dei sentimenti e dei pensieri mentre sorgono e passano, favorendo il distacco e la chiarezza.
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Pratiche monastiche: Per molti buddisti, la rinuncia alla vita laica, l'adesione a rigidi codici etici e lo studio dei sutra aiutano un profondo progresso spirituale.
Distinta nel Buddismo è la dottrina dell' anatman (nessuna anima permanente) e enfasi sulla comprensione esperienziale diretta dell’impermanenza della sofferenza, piuttosto che sull’unione con un essere divino. La liberazione è descritta come l'estinzione del fuoco dell'avidità, dell'odio e dell'illusione per raggiungere la pace e la libertà profonde (nirvana).
Distinzioni chiave nelle pratiche
| Aspetto | Induismo | Buddismo |
|---|---|---|
| Concetto di liberazione ultima | Moksha: unione con Brahman o beatitudine eterna | Nirvana: cessazione della sofferenza, non sé |
| Pratica centrale | Diversi yoga che fondono devozione, conoscenza, azione, meditazione | Vita etica, consapevolezza, meditazione focalizzata sull'impermanenza e sul non sé |
| Ruolo della divinità | Integrale, con culto devozionale agli dei | Non teistico; liberazione attraverso lo sforzo personale e l’intuizione |
| Visione di sé | Anima eterna (Atman) da realizzare e unire al Brahman | Non sé (anatman), nessuna identità personale permanente |
| Approccio al desiderio | Trascendere o arrendersi al desiderio attraverso le discipline | Sradicare tutti i desideri di porre fine alla sofferenza |
Conclusione
Mentre sia l’Induismo che il Buddismo mirano alla liberazione dal samsara, l’Induismo abbraccia in modo unico molteplici percorsi che coinvolgono devozione, conoscenza e azione altruistica incentrata sull’unità divina dell’anima.
Il Buddismo offre un approccio distinto e guidato dall’intuizione, centrato sull’impermanenza, sul non-sé e sul percorso etico-meditativo verso il nirvana. Queste pratiche uniche riflettono le comprensioni profonde ma divergenti di ciascuna religione sulla natura dell’esistenza e della libertà.